lunedì 13 giugno 2011

USA - Staminali embrionali contro l'Alzheimer

Entro cinque anni sara' pronto un trattamento efficace contro l'Alzheimer che ridara' le proprie facolta' mentali a chi le ha perse, una questione che riguarda un terzo delle persone nel mondo che hanno piu' di 85 anni. Questa e' l'opinione dello scienziato giapponese Kiminobu Sugaya, cosi' come la riporta l'agenzia France Press, opinione raccolta a Panama nell'ambito di una “Conferenza internazionale sulle nuove scoperte del cervello”.
Esistono studi molto avanzati che dimostrano come, aumentando il numero di cellule nel cervello di un paziente, si puo' fermare l'Alzheimer, fa sapere Sugaya, che e' professore di neuroscienze all'Universita' centrale della Florida in Usa.
Per farlo occorrono le specifiche cellule staminali embrionali del paziente da trapiantare nello stesso. L'obiettivo e' che le cellule staminali si trasformino in neuroni sani che sostituiscano quelli malati, che e' quanto gia' avvenuto con successo su dei topi. La tappa successiva e' avere farmaci che blocchino la malattia e impediscano l'accumulo della tossina betamiloide nel cervello, ha detto sempre alla France Press Daniel Chain, presidente dell'azienda Usa Intellect Neurosciences Inc., che si dedica allo studio dell'Alzheimer. Questa tossina e' quella che accumulandosi nel cervello del malato, crea un marasma che mette in difficolta' la comunicazione fra le cellule. L'obiettivo non e' solo quello di bloccare il progredire della malattia, ma anche di riparare i danni che ha gia' arrecato.

USA - Staminali contro le fratture ossee

Cellule staminali 'addizionate' con il fattore di crescita insuline-like growth factor (IGF-I) per il trattamento delle fratture ossee difficili da ricomporre: a proporre questa nuova soluzione contro le fratture gravi sono i ricercatori dell'Universita' del North Carolina di Chapel Hill (Stati Uniti) guidati da Anna Spagnoli, ingegnere biomedico.
I risultati del loro studio - il primo a proporre una terapia a base di staminali per risolvere una carenza nella riparazione delle fratture ossee - sono stati illustrati a Boston durante il meeting annuale della Endocrine Society: secondo Spagnoli il trapianto di queste cellule staminali 'arricchite' sara' utile soprattutto per 'bambini che soffrono di osteogenesi imperfetta o di malattia delle ossa fragili e per gli adulti con osteoporosi, perche' le loro ossa fragili si possono rompere facilmente e ripetutamente e il trattamento chirurgico, spesso, non e' efficace o non e' consigliabile'.

GRAN BRETAGNA - Staminali per bloccare il ritorno della leucemia acuta



3 giugno 2011
Un team di scienziati del King's College di Londra, tra cui il professore Eric So, sta lavorando per cercare di fermare una delle forme piu' aggressive della leucemia acuta, MLL, che si ripresenta dopo che i malati hanno ricevuto un trattamento. E' in corso un esperimento su dei topi che viene presentato sulla rivista “Cell Stem Cell” dove vengono eliminate alcune cellule staminali che sopprimono due proteine chiave. La ricerca e' finanziata dal Cancer Research UK e il Leukaemia Lymphoma Research.
Le cellule staminali del cancro, nei trattamenti standard come radioterapia e chemioterapia, si mostrano molto piu' resistenti delle altre cellule leucemiche. Dopo i trattamenti su cui inizialmente si crede di aver ottenuto un successo, pero', rimangono li' pronte ad innescare un nuovo decorso della malattia, finche' non appaiono in una forma piu' aggressiva.
Piu' del 50% dei malati di leucemia acuta hanno una ricaduta e quelli che sopravvivono sono pochi, con meno della meta' che vive per cinque anni.

USA - Scovate le staminali del cancro al colon retto.

Notizia 
9 giugno 2011 
 
 
Scovate le staminali del cancro al colon retto: si tratta di cellule esprimenti ABCB5, una proteina che rende gli elementi neoplastici resistenti al trattamento chemioterapico. Lo dimostra uno studio pubblicato da Cancer Research condotto dai ricercatori del gruppo di Brian Wilson e Tobias Schatton del Children's Hospital di Boston (Stati Uniti).La proteina ABCB5, spiegano i ricercatori, e' espressa 23 volte di piu' nelle cellule tumorali e il trattamento con chemioterapici fa aumentare di cinque volte la percentuale di cellule ABCB5-positive, mostrando che sono queste le cellule resistenti alla cura. Gli studiosi hanno dimostrato che, eliminando l'espressione della proteina, e' possibile ripristinare la sensibilita' alla chemioterapia.