mercoledì 26 maggio 2010

Staminali. Accordo Vaticano-NeoStem Inc. sulla ricerca con quelle adulte

La NeoStem Inc., societa' biofarmaceutica internazionale, e il Pontificio Consiglio per la Cultura hanno annunciato oggi un'iniziativa congiunta tra le loro organizzazioni caritative per ampliare la ricerca e accrescere la conoscenza delle terapie basate sulle cellule staminali adulte. Lo rende noto un comunicato stampa.
La 'Stem for Life Foundation' della NeoStem, istituita per creare consapevolezza sulle potenzialita' delle cellule staminali adulte nella cura delle malattie, e la Fondazione 'Stoq International (Science, Theology and the Ontological Quest)' del Pontificio Consiglio, lavoreranno insieme per far avanzare la ricerca sulle staminali adulte, per esplorare la loro applicabilita' clinica nel campo della medicina rigenerativa, e la rilevanza culturale di tale ricerca specialmente nel suo impatto sui temi teologici ed etici.
'Per oltre 40 anni, i medici hanno usato cellule staminali adulte per trattare vari tumori sanguigni, ma solo recentemente la promessa di usare staminali adulte per curare un significativo numero di altre malattie ha cominciato ad essere compresa', ha detto Robin L. Smith, presidente e amministratore delegato di NeoStem. 'Con un supporto adeguato per condurre ricerche e terapie, questo e' un passo monumentale per il settore della medicina rigenerativa', ha aggiunto.
'Considerando le potenziali implicazioni dell'indagine scientifica, l'applicabilita' medica e l'impatto culturale della ricerca sulle staminali adulte, la collaborazione con NeoStem rappresenta uno sforzo critico', ha detto padre Tomasz Trafny, del Pontificio Consiglio per la Cultura. 'Attraverso iniziative educative con NeoStem e la sponsorizzazione di programmi di ricerca scientifica che superino i limiti della conoscenza delle staminali adulte che non intaccano la vita umana, noi andiamo un po' piu' vicino a un passo decisivo per dare sollievo a inutili sofferenze umane'.
Nell'ambito della collaborazione, la NeoStem e il Pontificio Consiglio per la Cultura si sforzeranno di sviluppare in tutto il mondo programmi educativi, pubblicazioni e corsi accademici con un approccio interdisciplinare per facolta' teologiche e filosofiche, comprese quelle di bioetica. Una delle iniziative sara' una conferenza internazionale di tre giorni in Vaticano sulla ricerca sulle staminali adulte.

Staminali e sclerosi multipla, parte la prima esperimentazione sull'uomo

Notizia
26 maggio 2010

Al nastro di partenza la prima sperimentazione sull'uomo di una terapia basata sulle cellule staminali per la cura della sclerosi multipla. E' il primo studio del genere al mondo, parte dall'Italia, coinvolge una ventina di Paesi e utilizza le cellule staminali del midollo (mesenchimali). L'annuncio e' arrivato oggi a Roma, nella Giornata mondiale sulla sclerosi multipla.
'Siamo orgogliosi che una ricerca italiana sulle staminali da noi finanziata sia capofila a livello internazionale e che abbia aperto la strada a un percorso sperimentale a livello mondiale', ha detto Mario Battaglia, presidente della Fondazione Italiana Sclerosi Multipla (Fism), la fondazione dell'Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Aism).
Si conferma cosi' il ruolo di guida dell'Aism nella ricerca internazionale sulla sclerosi multipla, che e' fra le quattro associazioni che nel mondo finanziano per l'85% la ricerca, dopo Stati Uniti, Canada e Gran Bretagna.
La prima sperimentazione clinica con le staminali e' coordinata per l'Europa da Antonio Uccelli, del dipartimento di Neurologia dell'universita' di Genova e per il Nord America dal canadese Mark Friedman, dell'universita' di Ottawa. Coinvolgera' circa 150 pazienti nel mondo (fra 20 e 30 in Italia), con una malattia ancora attiva, ma non in fase avanzata, nei quali le cure tradizionali non hanno dato risultati. Il costo complessivo dello studio internazionale La scommessa e' che le cellule mesenchimali esercitino una doppia funzione: da un lato, ha spiegato Uccelli, agiscono modulando la reazione autoimmune con cui il sistema immunitario attacca se stesso; dall'altro rilasciano fattori che proteggono le cellule nervose e ne facilitano la sopravvivenza. Ora sono in preparazione i documenti per chiedere l'autorizzazione per la sperimentazione al ministero della Salute.

venerdì 7 maggio 2010

Staminali dormienti nel cervello anziano, ma risvegliabili

GERMANIA

Notizia
6 maggio 2010 20:00

E chi lo dice che il cervello invecchia con l'eta'? Anche da anziano, invece, il nostro cervello potrebbe 'rinverdirsi' di nuovi neuroni, infatti, almeno nei topi in eta' anziana, il cervello conserva un tesoro di cellule staminali potenzialmente utili a scopo rigenerativo.
Queste cellule sono in buona parte 'in letargo', ma possono essere risvegliate con opportuni stimoli come la ginnastica.
Lo rivela uno studio condotto presso il Max Planck Institute of Immunobiology di Friburgo pubblicato sulla rivista Cell Stem Cell.
Condotta da Verdon Taylor, la ricerca ha evidenziato la presenza di varie popolazioni di cellule staminali nei pressi dell'ippocampo, area cruciale per apprendimento e memoria, di topolini anziani. Alcune di queste cellule staminali sono dormienti altre attive.
Era gia' nota la presenza di staminali nell'ippocampo del cervello adulto; ma finora si era ritenuto che questo tesoro si esaurisse con l'avanzare dell'eta'.
Invece i ricercatori tedeschi hanno trovato due popolazioni di staminali in parte in letargo, in parte attive. Ed hanno anche visto che l'attivita' fisica e le crisi epilettiche sono tra gli stimoli che possono risvegliare le staminali.
In futuro, conclude Taylor, queste staminali potrebbero essere risvgliate con stimoli esterni (per esempio nuovi farmaci) per dare impulso alla rigenerazione di nuovi neuroni che vadano a ringiovanire il cervello o addirittura a curarlo in caso di malattie come la demenza senile.

martedì 4 maggio 2010

Staminali, Fondazione lancia dodici progetti di ricerca

SVIZZERA - Staminali, Fondazione lancia dodici progetti di ricerca

Notizia
9 aprile 2010

La Fondazione nazionale della scienza ha lanciato dodici studi sulle staminali. Un gruppo di ricerca studierà l'efficacia delle staminali per riparare le ferite cutanee. Un altro gruppo si concentrerà sui meccanismi che controllano le staminali del tumore al cervello.
L'obiettivo del programma triennale PNR 63 ("Cellule staminali e medicina rigenerativa") è di gettare le basi per nuove applicazioni cliniche

Ottenute cellule pruripotenti da quelle adulte

USA - Staminali. Ottenute cellule pruripotenti da quelle adulte

3 maggio 2010

Sono state ottenute le prime cellule staminali riprogrammate (staminali pluripotenti indotte, o Ips) che piu' assomigliano alle staminali embrionali, ovvero che sono piu' immature e piu' pluripotenti. Il risultato, descritto sulla rivista dell'Accademia Nazionale delle Scienze Americane, Pnas da un gruppo di ricerca americano coordinato da Jacob Hanna del Whitehead Institute for Biomedical Research, e' stato ottenuto migliorando il cocktail di geni che permette di ottenere cellule staminali umane da cellule adulte, chiamate appunto cellule staminali pluripotenti indotte.
Lo stato di pluripotenza ottenuto, ha osservato Hanna 'non era mai stato osservato prima nelle staminali pluripotenti indotte' e apre nuove opportunita' sia per la ricerca sulle staminali sia all'uso di queste cellule per scopi terapeutici e per la ricerca di nuovi farmaci.
La pluripotenza e' la possibilita' delle cellule staminali di svilupparsi in piu' direzioni per formare organi e tessuti di tipo diverso ma questa proprieta' e' perfetta solo nelle cellule staminali embrionali e non nelle pluripotenti indotte. Una differenza, osservano i ricercatori, molto importante che rende le cellule embrionali piu' facili da programmare rispetto alle staminali pluripotenti indotte. 'Si tratta di un risultato interessante - ha osservato Giuseppe Novelli, genetista all'universita' di Roma Tor Vergata - che voglio ripetere nel mio laboratorio'. 'Il cocktail di geni usato finora per riprogrammare cellule adulte e portarle allo stato di staminali - ha proseguito - non riesce a riprogrammare del tutto le cellule che non dimenticano completamente la memoria acquisita nel corso della loro vita. Di conseguenza la riprogrammazione non e' completa, le staminali ottenute non sono perfettamente controllabili e non sempre si riesce a farle specializzarle nel tessuto che si vuole'.